La famiglia Zweifel
Questa foto mi è particolarmente cara perché fa vedere la famiglia Zweifel al completo. Da sinistra infatti troviamo mio nonno Giusto (il più’ piccolo in statura anche se nei miei ricordi era altissimo), a seguire c’e’ Giovanni, che in Argentina diresse una fabbrica tessile, poi Federico l’eroe della famiglia che durante la guerra, come delegato della Croce Rossa, salvo’ vite e porto’ aiuto a gente disperata. L’ultimo a destra è Willy, laureato in medicina, che rientro’ nel cantone d’origine. Seduti sulla panchina invece troviamo la mia bisnonna Babettli (da cui orgogliosamente prendo il nome) e accanto a lei il marito Federico.
Non ho mai conosciuto il mio bisnonno, ma l’avventura della Tenuta Roveglia è cominciata con con lui e dalla sua passione per il Lago di Garda e la terra di Lugana. Federico Zweifel era nato nel 1878 nel villaggio di Linthal che si trova nel Cantone Glarona in Svizzera. Per chi non avesse familiarità con la Svizzera, questo cantone, nella Svizzera tedesca si estende lungo la valle del fiume Linth, circondata da alte montagne ricoperte da ghiacciai. Sebbene dal punto di vista paesaggistico sia spettacolare, il villaggio di Linthal non conta più’ di 1000 abitanti e il Cantone di glarona è riconosciuto per essere stato l’ultimo cantone che ha esteso il suffragio femminile in Svizzera nel 1971. Comunque da questo paesaggio aspro e montuoso all’inizio del 1900, Federico Zweifel emigra per cercare fortuna in Italia, e specificatamente nel bergamasco. Qui lascio la parola a mia madre a cui ho chiesto di raccontarmi un aneddoto su mio bisnonno e mi ha scritto questa bellissima storia che vorrei condividere con voi.
“Nonno Federico (per te bisnonno) era un uomo che, con il suo rigore, la sua intelligenza, la sua tenace volontà aveva perseguito importanti traguardi nella vita. Arrivato all’età della pensione, con i risparmi di anni e anni di lavoro, dirigendo importanti industrie tessili, si era fatto costruire, una villa a Peschiera la villa Caterina, proprio in riva al lago, e aveva comprato, nell’entroterra, dei terreni agricoli, con case coloniche molto modeste, abitate da contadini che si occupavano soprattutto dell’allevamento di bestiame. Le viti c’erano, e ogni famiglia produceva per sé del vino, di cui era molto fiera. A quei tempi, in casa Zweifel questo vino veniva bevuto solo alla domenica o nelle occasioni importanti, e offerto con orgoglio agli amici. Il nonno andava quasi ogni giorno, camminando per le stradine in mezzo ai campi, a controllare i lavori e a trovare i contadini. Al ritorno portava con sé’, in un recipiente d’acciaio, di una forma che ora è scomparsa, il latte appena munto. Godeva molto di questa sua lunga passeggiata, osservando ogni cosa. Una volta, tornando a casa, vide un gruppo di zingari seduti intorno a un fuoco, bevevano, cantavano, erano l’immagine della felicità e della gioia di vivere. A casa raccontò, quasi con invidia, di questa gente così felice dei doni della vita. Salvo scoprire, alla visita successiva in campagna, che quei doni della vita erano i salami e il vino che avevano rubato in casa dei contadini, furibondi. Ma, invece di arrabbiarsi a sua volta, trasse da questa esperienza un insegnamento importante: che il vino, bevuto in compagnia, dà felicità e gioia di vivere. Da quel giorno il vino, antenato del Lugana, apparve in tavola ogni giorno l’ospitalità in casa Zweifel, alla villa Caterina, divenne ancora più preziosa.